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Diete lampo: ecco perché non funzionano

Diete lampo: ecco perché non funzionano

25 Feb , 2015,
admin

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Ogni anno al termine delle feste natalizie o quando il primo sole ci ricorda che la prova costume si avvicina, ecco puntuali spuntare le immancabili diete lampo che in un batter d’occhio ci faranno ritrovare la forma desiderata!diete-lampo

Come perdere kg in 5 giorni! Perdi 2 kg in 3 giorni! Dimagrisci in una settimana!

Sono solo alcuni dei claim con i quali ci bombardano da ogni mezzo di comunicazione, ma come sono articolate effettivamente queste diete? Bè, basta fare un giretto in rete per farsi una “cultura”… e mettersi le mani nei capelli!

Si trova di tutto: chi propone di mangiare solo verdure e yogurt magro, chi abolisce completamente ogni forma di carboidrato complesso a favore di quantità enormi di proteine, chi suggerisce di mangiare due chili di ananas al giorno o minestrone da mattina a sera… potrei andare avanti ore a elencare diete di questo tipo, dato che ogni stagione ne vengono sfornate di nuove… e, pensate un po’? Ognuna di queste “funziona!!”

A parte il rischio degli squilibri nutrizionali che possono derivare da questi regimi dietetici sbilanciati, ma se dimagrire è così semplice e rapido vien da pensare che dovremmo vivere in un mondo di uomini e donne col corpo da sfilata, invece che in un mondo con 1 miliardo di persone sovrappeso e 500 milioni di obesi.

Quindi, dov’è la fregatura?

Per capirlo occorre analizzare i meccanismi con cui il nostro organismo regola le proprie riserve e come risponde quando si trova a dover affrontare una diminuzione di introiti energetici.




Il nostro corpo utilizza come carburante principale il glucosio, il quale ci viene fornito essenzialmente dai carboidrati (pane, pasta, cereali…).

Diete che prevedono una drastica riduzione del consumo di questo nutriente e una forte restrizione calorica, mettono il nostro organismo nelle condizioni di dover utilizzare le sue riserve di glucosio che, ahimè, sono piuttosto scarse. Queste sono costituite dal glicogeno contenuto nel fegato e, in misura maggiore, nei muscoli. Dal momento che le molecole di questo composto hanno la proprietà di legare acqua, quando le scorte di glicogeno vengono utilizzate comportano di conseguenza una significativa perdita di liquidi, che è il motivo principale per cui, all’inizio della dieta si perde subito peso.

Terminate le esigue scorte di glicogeno, l’organismo ha bisogno di produrre quel glucosio che non gli viene fornito con l’alimentazione e la materia prima che gli permette di fare questo sono le proteine contenute nei muscoli, le quali vengono smantellate e trasformate in una serie di reazioni metaboliche.

Ne consegue una diminuzione della cosiddetta massa magra, uno degli effetti più negativi che derivano da queste diete lampo, perché provoca un abbassamento del metabolismo basale.

Per metabolismo basale si intende l’energia che il nostro organismo consuma per mantenere attive le funzioni vitali e che viene spesa quotidianamente anche se rimaniamo in condizioni di assoluto riposo. Il metabolismo è influenzato da diversi fattori, uno dei quali è proprio la quantità di massa magra, perché il muscolo è il tessuto più metabolicamente attivo, ciò vuol dire che più muscolo abbiamo più calorie bruciamo anche stando fermi. Perdendo massa muscolare, andiamo quindi a diminuire la nostra spesa energetica giornaliera.

In aggiunta a questo, quando siamo a dieta il metabolismo basale si abbassa anche per una reazione di difesa del nostro organismo, il quale improvvisamente si ritrova a dover affrontare una riduzione degli introiti energetici, condizione che viene letta dal nostro corpo come una situazione di pericolo. Non dimentichiamoci che il nostro organismo è regolato da meccanismi fisiologici sviluppatisi in tempi remoti, quando l’uomo viveva in un ambiente ostile e povero di risorse, ed è quindi programmato per ottimizzare l’utilizzo di queste per proteggersi e garantirsi la sopravvivenza. Questi meccanismi ancestrali (di cui abbiamo parlato anche in questo articolo), come detto, vengono risvegliati nel momento in cui ci sottoponiamo ad una dieta fortemente restrittiva dal punto di vista calorico e fanno entrare in allarme l’organismo che di conseguenza attiva la modalità “risparmio energetico” andando ad abbassare notevolmente i consumi (quindi il metabolismo basale) e ottimizzando il più possibile l’utilizzazione dei nutrienti che riceve. Questo significa che tutto ciò che mangiamo viene assimilato e depositato in maniera maggiore e, se questo meccanismo era utile in tempo di carestie, diventa controproducente ai giorni nostri quando, una volta finita la dieta lampo, torniamo ad introdurre un normale quantitativo di nutrienti, perché questi verranno assimilati maggiormente.

Questo è il motivo per cui è così facile riprendere i kg persi nei pochi giorni in cui ci siamo torturati per seguire questi estremi regimi dietetici: parte del peso perso sono liquidi che vengono facilmente (per fortuna) reintegrati, il resto è dato principalmente dalla perdita di massa magra, che dovremmo preservare, e non da massa grassa, che è quella che vorremmo perdere, e viene rapidamente recuperato proprio grazie l’attivazione di questi meccanismi di difesa.

Ma le brutte notizie non finiscono qui.

I kg che recuperiamo vengono depositati sotto forma di massa grassa, non viene certo ripristinata la massa magra persa, perché il muscolo non si forma solo mangiando ma praticando attività fisica.

Il guaio è che molte persone finiscono regolarmente in questa trappola delle diete lampo, illudendosi ogni volta che quella sarà la volta buona e che riusciranno a mantenere il peso acquisito a furia di minestroni e spremute di limone.

Purtroppo invece generalmente queste aspettative vengono deluse, innescando il famoso “effetto yo yo”. A causa dei meccanismi che abbiamo visto, possiamo renderci conto ora che questo continuo alternarsi di kg persi-kg ripresi, va progressivamente a modificare in negativo la nostra composizione corporea, favorendo ogni volta una diminuzione della massa magra a favore di quella grassa.

 

Ecco perché dimagrire non è così semplice. Perdere peso non è sufficiente, anzi è controproducente se non lo si fa in maniera corretta.

 

Tutti noi siamo portati a volere tutto e subito, a cercare soluzioni rapide per i nostri problemi in modo da avere risultati in breve tempo e senza troppi sforzi.

In questo contesto è però un errore cercare una veloce risoluzione ad un problema che invece ha origini di lunga durata, ovvero un comportamento alimentare scorretto portato avanti negli anni.

Il dimagrimento, per essere efficace e duraturo, deve essere ottenuto in maniera intelligente. Ha bisogno di tempo, pazienza e costanza e soprattutto deve avere alla base una dieta bilanciata che non abbia solo l’obbiettivo di favorire il calo ponderale ma, ancor più importante, che insegni a chi la segue le basi per alimentarsi in maniera corretta, basi che rimarranno anche una volta terminato il regime dietetico e che ci forniranno gli strumenti per mantenere nel tempo, questa volta si, i risultati acquisiti.

Tutto questo non può essere improvvisato, è importante affidarsi a professionisti del settore che ci aiutino a seguire un percorso corretto, non solo per la nostra linea, ma anche per la nostra salute.

 

Fonti:

“Standard italiani per la cura dell’obesità”, SIO – ADI, 2012/2013;

Bosello O, Cuzzolaro M, “Obesità”, Il Mulino Editore, 2013;

Costantini AM, Cannella C, Tomassi G, “Alimentazione e nutrizione umana”, Il Pensiero scientifico editore, 2011;