La gravidanza è un periodo molto particolare nella vita di una donna, comporta adattamenti fisici importanti ed una serie di richieste nutrizionali e metaboliche specifiche da soddisfare.
Per questo motivo, stile di vita e alimentazione rappresentano elementi fondamentali per la salute della madre e del nascituro, non solo in fase di gestazione ma già a partire dal periodo preconcezionale.
Stati di carenze o eccessi nutrizionali possono avere effetti in tutte le fasi di sviluppo e crescita del feto, soprattutto a livello neuromotorio, e successivamente del neonato, aumentando anche il rischio di possibile comparsa di condizioni patologiche in età adulta. Gli esperti sostengono che il periodo fetale e i primi due anni di vita del bambino rappresentano un periodo chiave in termini di prevenzione, durante i quali diventa fondamentale una corretta gestione della dieta per garantire un’adeguata assunzione di energia e nutrienti.
Deficit nutrizionali possono determinare piccole dimensioni del feto in relazione all’età gestazionale e un basso peso alla nascita che possono favorire una bassa statura in età adulta e una riduzione della capacità cognitiva.
Al contrario, una donna in condizione di obesità preconcezionale o un eccessivo aumento di peso in gravidanza, possono determinare un elevato peso del neonato e predisporlo a sviluppare in futuro sovrappeso o obesità, alterazioni a livello del metabolismo glicemico (diabete) e patologie cardiovascolari.
ENERGIA
Spesso sentiamo ripetere il detto “sei incinta, devi mangiare per due!” ma non sempre i vecchi detti delle nonne corrispondono a verità, sicuramente non in questo caso! Per le donne in gravidanza, infatti, è sufficiente un moderato aumento calorico, in relazione al trimestre di avanzamento della gestazione, da ottenere aumentando gradatamente l’apporto di macronutrienti mantenendo il corretto bilanciamento tra gli stessi.
Abbiamo già visto quali rischi possa comportare per il bambino un aumento eccessivo del peso della donna in gravidanza, ma ovviamente la pericolosità di questa condizione riguarda anche la madre stessa, per la quale aumenta il rischio di diabete gestazionale (che a sua volta aumenta le probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 in futuro), aborto spontaneo, gestosi e complicanze durante il parto.
Secondo le indicazioni dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), per una donna normopeso, il corretto aumento calorico da pianificare equivale a circa 70 kcal/die nel primo trimestre, 260 kcal/die nel secondo e 500 kcal/die nel terzo e ultimo trimestre, per un aumento del peso da mantenersi entro gli 11-15kg totali.
Se la donna parte da una condizione di sovrappeso o obesità, l’incremento calorico può essere mantenuto più modesto e l’aumento di peso non dovrebbe superare i 6-11kg totali. Il periodo di gestazione può essere sfruttato per favorire una riduzione della massa grassa in eccesso in maniera tale da ridurre i rischi ad essa associati e ritrovarsi con meno peso dopo il parto.
Per le donne che iniziano la gravidanza in sottopeso, l’aumento ponderale auspicabile può arrivare a 18kg totali, con un incremento dell’apporto calorico giornaliero che può essere mantenuto leggermente superiore rispetto alle indicazioni precedentemente riportate.
Nei casi in cui le condizioni della gestante si discostino da una condizione di normopeso, diventa particolarmente raccomandabile fare riferimento al proprio medico e al dietista per una valutazione dei fabbisogni energetici e nutrizionali specifici per il singolo caso, onde evitare il rischio di squilibri nutrizionali.
PROTEINE
Tra i macronutrienti sono probabilmente quello di maggiore rilevanza durante la gravidanza, in quanto devono sostenere la sintesi dei tessuti materni e fetali nelle varie fasi di accrescimento. La richiesta rispetto al normale fabbisogno aumenta di circa 1g/die nel primo trimestre, 9g/die nel secondo e 29g/die nel terzo, quando le esigenze plastiche di crescita sono massime.
In merito alla qualità delle proteine assunte, maggiore valore nutrizionale hanno le proteine di origine animale, in quanto complete dei 9 aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare. Le proteine vegetali hanno invece carenze differenti dei suddetti aminoacidi, è perciò consigliabile abbinare diverse fonti proteiche vegetali per migliorare la qualità complessiva dello spettro amminoacidico assunto.
Uno scarso apporto proteico in gravidanza può influire negativamente su peso e lunghezza del nascituro.
GRASSI
Durante la gravidanza non è necessario modificare l’assunzione complessiva di grassi, che si dovrà mantenere, quindi, tra il 20-35% dell’energia totale assunta, ma è molto importante prestare attenzione alla loro qualità. Fondamentale garantire un buon apporto di grassi della serie omega 3 (EPA e DHA) la cui sintesi nel nostro organismo risulta insufficiente a coprire l’aumentato fabbisogno
in gravidanza. Il DHA ha un ruolo determinante nello sviluppo cerebrale e della vista, in quanto costituente delle cellule cerebrali e dei bastoncelli della retina.
Il fabbisogno di questi acidi grassi praticamente raddoppia in gravidanza e può essere ben coperto da una dieta che comprenda 2-4 porzioni di pesce settimanali, da scegliere preferibilmente tra pesci grassi di piccola taglia (pesce azzurro, sarde, alici, sgombri).
CARBOIDRATI
Anche per questo nutriente il fabbisogno giornaliero non si modifica rispetto alle linee guida per la popolazione generale, le quali prevedono un apporto compreso tra il 45-65% del totale calorico.
Ancora una volta, si rivela importante la qualità dei carboidrati assunti, è infatti raccomandabile privilegiare alimenti a basso indice glicemico, quindi carboidrati complessi, meglio se integrali e ricchi in fibra (cereali integrali, legumi, verdura e frutta).
Gli zuccheri semplici non dovrebbero superare il 10% della razione calorica, raccomandazione che in gravidanza risulta particolarmente importante per scongiurare il pericolo di insorgenza del già citato diabete gestazionale.
MICRONUTRIENTI
Vitamine e minerali sono coinvolte in innumerevoli processi metabolici e fisiologici, svolgono quindi un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo. La loro importanza cresce in maniera esponenziale durante la gravidanza e il fabbisogno, in proporzione, aumenta in misura maggiore rispetto a quello dei macronutrienti. Stati carenziali possono portare a severe conseguenze per la salute della madre e per il corretto sviluppo del feto.
Tra i micronutrienti a cui occorre prestare maggiore attenzione è il caso di menzionare sicuramente ferro, calcio, vitamina D, iodio e acido folico.
Il fabbisogno di ferro aumenta progressivamente fino al terzo mese, periodo nel quale il minerale va accumulandosi nei tessuti fetali. La carenza di questo minerale è molto diffusa nella popolazione (anemia sideropenica) e il rischio aumenta in gravidanza proprio a causa della maggiore richiesta fisica. Carne e pesce sono le fonti principali di ferro, legumi e verdure a foglia verde ci vengono in aiuto dal mondo vegetale, pur contenendo una forma di ferro più difficilmente assimilabile per il nostro organismo.
Lo iodio è fondamentale per la funzionalità tiroidea, per la produzione di ormoni materni e fetali e il suo fabbisogno aumenta di circa il 50% in gravidanza. Il periodo più critico per il rischio carenza parte dal secondo trimestre e si protrae fino al terzo anno di vita del bambino. Buone fonti alimentari sono rappresentate da pesci, crostacei, vegetali e acqua, ma studi hanno dimostrato che spesso l’apporto di iodio risulta insufficiente per coprire correttamente il fabbisogno, diventa quindi fondamentale prevedere un’integrazione di questo minerale, già dalla fase preconcezionale.
Ruolo fondamentale anche per il calcio, che in gravidanza viene mobilizzato in maniera maggiore dallo scheletro materno per soddisfare le richieste del feto. Troviamo questo minerale soprattutto in latte e derivati, meno rilevanti le fonti vegetali (cereali e ortaggi) e spesso ci si dimentica che tra le fonti principali di calcio va considerata indubbiamente l’acqua.
La vitamina D, indispensabile in particolar modo per il corretto sviluppo della massa ossea del feto, è poco rappresentata nella dieta (olio di fegato di merluzzo, pesci grassi, uova, burro) e la sua fonte principale è costituita in realtà dall’esposizione al sole che permette al nostro corpo di sintetizzarla. Si rivela tuttavia indispensabile la supplementazione di questa vitamina per tutta la durata della gravidanza, onde evitare il rischio di pericolose carenze.
Per quanto riguarda i folati, il loro utilizzo è elevato durante tutta la gravidanza e il loro fondamentale ruolo nello sviluppo del feto ha portato il Ministero della Salute a raccomandare una supplementazione di questo nutriente per tutte le donne in età fertile che non escludono attivamente una gravidanza. Fonti alimentari sono costituite soprattutto da vegetali a foglia verde, legumi, arance, frutta secca e frattaglie.
Corrette abitudini alimentari e uno stile di vita sano sono raccomandabili sempre e diventano ancora più importanti in un periodo delicato come la gravidanza, per poter cominciare a prendersi cura nel modo migliore del bimbo in arrivo, oltre che di sè stesse!